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Autore Brazil
seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 02-08-2002 13:27  
Carte,carte,carte,carte.Un mondo fatto di carte,di uffici claustrofobici,,di procedure assurde.Gilliam è straordinario nel dipingere certe macchiette comicissime.Il mondo di "Brazil"è dominato dalle macchine e quindi da qualcosa di effimero e molto vulnerabile.Gli uomini del pianeta "Brazil"sono,come già detto,soltanto stampini,marionette,pupazzi,appunto macchiette ,figure di cartapesta,come le volete chiamare.Il mondo di "Brazil"è totalmente privo di vita,potremmo dire,riprendendo uno degli elementi ricorrenti nel film,che è fatto di carta.Naturalmente c'è sempre qualcuno che tenta di ribellarsi,ma la situazione rimane tragica:già,perchè purtroppo è egli stesso una marionetta ,un pupazzo,una macchietta(precisamente Lo Sfigato).Diversamente dagli altri,pero ha una differenza capitale:è in grado di sognare,grazie anche ad un simbolo,un ideale sopravvalutato:e in un mondo simile,il sogno è l'unica via di fuga.
E qui si arriva al finale.
Chi è interessato,mi segua su Spoiler.
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sono un bugiardo e un ipocrita

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OneDas

Reg.: 24 Ott 2001
Messaggi: 4394
Da: Roma (RM)
Inviato: 02-08-2002 14:01  
Un film notevolissimo ! onirico ed angosciante
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tu che lo vendi, cosa ti compri di migliore ?

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tabris74

Reg.: 29 Mag 2002
Messaggi: 623
Da: vicenza (VI)
Inviato: 02-08-2002 15:04  
Concordo con tutti e due. Ottimo film, grandissimo Gilliam.

Ciao,
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"L'arte è una menzogna che ci permette di comprendere la verità" (Pablo Picasso)

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Dubliner


Reg.: 10 Ott 2002
Messaggi: 4489
Da: sanremo (IM)
Inviato: 11-09-2003 11:40  
Rivisto oggi, a diciottanni di distanza, nel futuro in cui è ambientato, Brazil è più che mai attuale.
Molte delle intuizioni, seppur esasperate, uscite dalla mente di Gilliam sono una realtà con la quale dobbiamo fare i conti.
Il terrorismo, citato in apertura e sempre presente durante tutto l’arco del film è certamente l’aspetto che fa più rabbrividire, vedere l’indifferenza con la quale il protagonista ascolta le continue notizie di attentati lascia perlomeno perplessi, nonostante strappi più di una risata la scena della bomba nella cucina del ristorante.
Una delle tante forze di questo film è il senso dell’umorismo con cui viene mostrato un futuro agghiacciante, si ride e si riflette, ci si consola con la scusa delle esagerazioni di Gilliam, si rimane rapiti e frastornati dalle trovate fantasiose del regista, dagli zoom veloci e dai dialoghi esilaranti.
In un futuro dove i sognatori non hanno spazio, dove la burocrazia è agli eccessi, in cui anche per aprire una porta ci vuole l’apposito modulo, la libertà e la ribellione sono rappresentate da un idraulico in incognito che intercetta telefonate per effettuare riparazioni in gran segreto, solo per il gusto di “andare e venire senza firmare moduli”. Sam è un sognatore, e come nel suo sogno vorrebbe volare via, libero, con una ragazza al suo fianco, ma il suo sogno si trasforma in incubo e l’incubo in realtà. Non c’è spazio per chi non si uniforma al sistema, l’idraulico sparisce in un vortice di cartacce, quelle stesse che ha cercato di evitare in tutti i modi (una delle scene più belle del film), l’amore non vince e Sam si ritrova a vivere nel suo incubo (altra splendida scena nella centrale nucleare, dopo il delirio del funerale).
Mentre le sequenze oniriche brillano per fantasia e originalità, ho trovato poco futuristiche le ambientazioni degli interni, non so se volutamente. La casa di Sam, gli uffici e anche le macchine sembrano rimaste ferme agli anni ottanta invece che sembrare attuali.
Fra le scene che purtroppo non sono state inserite nel film per motivi di tempo (142 minuti la versione lunga del film in mio possesso) ce n’è una splendida in cui Sam in sogno vola sopra una distesa di bulbi oculari che lo guardano e si muovono al suo passaggio: davvero impressionante ed un vero peccato che non sia stata inserita.
Concludo con una domanda: pare che esista una versione più corta di Brazil in cui il finale è positivo, Sam non si sveglia nella centrale nucleare e sembra che riesca a vivere felice con la ragazza. A voi risulta? Rovinerebbe tutto lo spirito del film un lieto fine, e si perderebbe tutta la sorpresa e la follia degli ultimi 10 minuti.
Un film splendido che ho scoperto solo ora, ma che è già fra i miei preferiti.
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Io sono grande. E' il cinema che è diventato piccolo.
I miei dvd

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simboy

Reg.: 20 Set 2002
Messaggi: 1603
Da: grugliasco (TO)
Inviato: 11-09-2003 11:54  
Alla buon'ora !
A parte gli scherzi , l'ho già scritto da qualche altra parte , in un mondo perfetto soltanto Terry Gilliam e altri 3 o 4 avrebbero il permesso di fare cinema...

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13Abyss

Reg.: 20 Lug 2003
Messaggi: 7565
Da: Magliano in T. (GR)
Inviato: 11-09-2003 13:14  
Ben fatto! Adoro tutto di Terry Gilliam, Monty Python compresi. La versione con il finale positivo non l'ho mai vista, sicura che esista? Una domanda per voi:
non trovate che L'esercito delle 12 Scimmie sia il sequel naturale di Brasil, almeno a livelli di concetti?
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Rubare in Sardegna è il Male.

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Luke71

Reg.: 06 Ago 2003
Messaggi: 3997
Da: pavia (PV)
Inviato: 12-09-2003 00:12  
E' un film che adoro anchio come tutte le opere di Gilliam devo recuperare il dvd ho una vhs dalla qualità molto opinabile,anche se ho letto che ha l'audio italiano in mono..
Non direi che 12 MONKEY ne è la sua naturale evoluzione come concetti ma è facile essere portati a pensarlo dato lo stile onirico personale di Gilliam che pervade entrambe le pellicole.
BRAZIL è certamente ancora più una visione,una incursione nel fantastico ancora legata all'antico non-sense dei monthy pyton e per questo a tratti fin debordante,barocca quasi folle.
12 MONKEY rappresenta fino ad ora probabilmente il più maturo e felice momento di questo regista visionario.
La versione che ho io dura sempre sui 140 minuti finale identico se ne esistono versioni mutilate non credo valga la pena vederle..

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No hay banda,non c'è una banda
è tutto..tutto registrato
No hay banda...eppure
Noi sentiamo una banda

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mutaforme

Reg.: 25 Lug 2002
Messaggi: 4608
Da: Monte Giberto (AP)
Inviato: 15-09-2003 00:39  
Un film che critica profondamente la società. Ispirato alle teorie di Orwell e Huxley, mi ha sorpreso (mi aspettavo l'ennesimo film banale, e invece...). voi che ne pensate? Avrei una domanda: il titolo che cavolo c'entra?
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One more thing...

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Kahyman

Reg.: 28 Feb 2003
Messaggi: 91
Da: Ferrara (FE)
Inviato: 15-09-2003 00:53  
La canzone è importantissima nel film...
Perchè quella canzone allora? Ricordo che all'epoca Gilliam lo spiegò, disse che...mmm non vorrei dire una stupidaggine...cedo la palla a chi ne sa di più...comunque è stata scelta per la connotazione storico-politica, credo sia stata fra l'altro simbolo di una rivolta in Brasile...
Ripeto, non ricordo bene. C'è qualcuno che può risolvermi questo dubbio?

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Dubliner


Reg.: 10 Ott 2002
Messaggi: 4489
Da: sanremo (IM)
Inviato: 15-09-2003 09:09  


Per quanto riguarda il titolo, ho sentito un'intervista a Gilliam in cui dice che stava ascoltando alla radio questa canzone e ha deciso di chiamare così il film ma che nemmeno lui sa perché ha preso la decisione di chiamarlo Brazil. La troupe intervistata ha detto che Gilliam non ha mai rivelato nulla sul titolo ma che la maggior parte di loro lo intepreta come un sogno, come lo è il Brasile per un impiegato costretto a passare le giornate in un grigio ufficio.

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Like I told my last wife, I said, "Honey, I never drive faster than I can see, and besides... it's all in the reflexes."

[ Questo messaggio è stato modificato da: ilaria78 il 19-09-2003 alle 21:36 ]

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 29-10-2003 12:42  
Negli anni 40, Brazil era la canzone che andava per la maggiore, e aveva assunto un significato di evasione dalla guerraa che tanto sconvolgeva.

Penso poi ad una considerazione che nessuno ha fatto, SAm Lowry alla fine non rappresenta proprio lo scrafaggio schiacciato dalla macchina da scrivere, simbolo delle burocrazia.
E il nome Buttle( col quale ci si confonde), non suona come Battle, cioà battaglia?
Io l'ho rivisto da poco(la prima volta ero piccolo, e credo mi addormentai), e adesso a freddo mi vengono tanti pensieri a cui spero di trovar risposta
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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Dubliner


Reg.: 10 Ott 2002
Messaggi: 4489
Da: sanremo (IM)
Inviato: 30-10-2003 09:44  
quote:
In data 2003-10-29 12:42, gatsby scrive:
Penso poi ad una considerazione che nessuno ha fatto, SAm Lowry alla fine non rappresenta proprio lo scrafaggio schiacciato dalla macchina da scrivere, simbolo delle burocrazia.
E il nome Buttle( col quale ci si confonde), non suona come Battle, cioà battaglia?



Certo Sam può rappresentare sicuramente lo scarafaggio che in quanto "intruso" viene eliminato, così come è intruso Sam in un mondo dove la burocrazia domina e nel quale i sentimenti sono bannati non può esistere un sognatore, un elemento che contrasta il volere. Viene eliminato così come viene fatto sparire il personaggio di De Niro.
Su Buttle non ci avevo fatto caso...
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13Abyss

Reg.: 20 Lug 2003
Messaggi: 7565
Da: Magliano in T. (GR)
Inviato: 30-12-2003 23:45  
La visione di Brazil mi ha accompagnato nella lunga nottata del 29 Dicembre, altrimenti chiamato ieri.
Ennesima visione, stupenda visione, come al solito.
In questa sede non voglio però parlare del capolavoro di Gilliam per cui futili parole sarebbero sprecate, dato che l'opera è fortemente visiva e certi suoi particolari non avrei la benchè minima idea di come descriverli. No, l'argomento è un altro, legato al film ma entità di dibattito a sè stante. Una piccola cosa, forse una cazzata. Un particolare che non ha un forte rilievo nel complesso, relegato a margine del mondo "ottantaquattresco", ma che ho notato soltanto ieri notte.
In realtà, non sò a quanti possa interessare tutto ciò... Spero soltanto che qualche spettatore occasionale o fan sfegatato dell'ex Monty-Python possa aiutarmi a dibattere su questa pulce che mi tortura da quasi una giornata.
Ma passiamo alla sostanza...

All'interno di Brazil compaiono ripetutamente i personaggi di Spoor (in inglese "traccia", impersonato da Bob Hoskins) e del suo compare di lavoro, coppia unitissima e nemesi (in negativo) dell' Archibald Tuttle interpretato da DeNiro.
Ecco. Nei due servi del consumismo, atto allo scarto piuttosto che al riciclaggio, ho riconosciuto due particolari figure, in Hoskins primariamente.
Ricordatelo bene... E' o non è la parodia di Super Mario Bros che lo stesso attore interpreterà otto anni dopo nell'omonimo e inutile film? E il suo compare non è forse il fratello dell' "idraulico in pixel", Luigi? Del resto nel primissimo videogame della serie, uscito pochi anni prima, il magro fratello eseguiva le stesse identiche mosse di Mario così come nel film ripete a bacchetta tutto quello che dice l'altro.
Poi ci sono i tubi... Onnipresenti e strabordanti nel film, simbolo del lavoro dei due operai e scenografia "a tema" del gioco.
Resta la domanda fondamentale: come mai questa citazione dell'eclettico e delirante Gilliam? Cosa significa? Super-Mario, simbolo dell'alba dell'era dei videogame, era da vedersi come la rivoluzione tecnica dell'oppressione mediatica? Una semi-burocratica e mortale macchina ipnotica? Una (verificata) premonizione di come la Playstation e affini avrebbero prepotentemente occupato un ruolo nella vita casalinga del ceto medio un decennio più tardi?
A voi le risposte, se ne avete...
Io il mio personal frenzy l'ho scritto.
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Luke71

Reg.: 06 Ago 2003
Messaggi: 3997
Da: pavia (PV)
Inviato: 31-12-2003 01:50  
E' vero hai ragione l'ho pensato anchio rivedendo il film ieri notte può essere una citazione sui videogame....l'unica cosa è che anche Luigi era basso e grasso mentre nel film no...
Chissà che Bob Hoskins non sia stato chiamato per il film sull'idraulico della Nintendo propio dopo aver visto questa sua interpretazione...
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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 31-12-2003 12:05  
A questa storia dei videogiochi non avevo minimamente pensato,cmq resta il fatto che tutti gli stupendi personaggi di "Brazil"(e soprattutto Spoor e il suo compare)sono talmente grotteschi e bizzarri che tentare una "classificazione"sarebbe quantomeno improprio.
Una considerazione:"Brazil"non è affatto un film drammatico.E' al contrario uno dei film più ironici e divertenti mai fattiincupito da un finale terribile ma mica tanto..

Ma di "Brazil"parlerò dopo....
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sono un bugiardo e un ipocrita

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